Fuorisacco, 18.07.2015.  Politica di facciata e sottobanco.

Lettera inviata al "Corriere di Rimini". E cestinata dal giornale.
Patti chiari, idee confuse:
politica di facciata e sottobanco

Alla mia lettera qui apparsa il 14 luglio ("Elezioni comunali 2016: patti chiari prima delle urne"), un antico amico ha dato su Facebook un'interpretazione non rispondente alle mie intenzioni, come se io avessi auspicato una vittoria dell'attuale opposizione, che lui giudica senza chances per governare Rimini, per cui concludeva dichiarandosi convinto che "l'arrogante, il tignoso ed il decisionista Andrea Gnassi sia l'unico candidato per il futuro" della città.
Ribadisco qui quanto ho scritto nella risposta sul web: come semplice cittadino, mi sono permesso di fare alcune considerazioni ed osservazioni, per le quali non arriverà nessuna risposta o nessun chiarimento, questa è la politica, fatta di due cose: c'è quella di facciata e c'è quella sottobanco, per cui vale l'antica regola dei nostri avi che citavano i ladri di Pisa.
Riprendo in breve il resto della mia risposta sul web. Qui a Rimini se non sei alloggiato presso qualche casa madre, non puoi fare nulla neanche nel campo della cultura. Ne ho esperienza diretta: racconto una storiella divertente ed inedita. Il direttore di una rivista alla quale ho collaborato gratuitamente per oltre 20 anni, mi ha "messo in sonno", cancellandomi dalla redazione. Non ho fatto una piega. Quando poi mi ha contattato chiedendomi se volevo rimanere "in sonno" o essere riammesso alla redazione, qualche piega l'ho fatta, e lui mi ha cacciato definitivamente, dicendomi che sono un tipo "volgare e violento".
Aggiungo ora un altro particolare che ricavo da un mio testo ("Mi sono mal educato") presente su web dallo scorso marzo: "un vecchio amico e collega negli anni Ottanta spinse il caporedattore del giornale a cui collaboravo con una serie di articoli sulla Rimini del Novecento, ad intimarmi che dovevo fermarmi per cedere il passo e le pagine a quello stesso vecchio amico e collega". Che è lo stesso che volle insinuarsi nel 2004 ad un presentazione di un mio lavoro su "Giovanni Pascoli studente a Rimini (1871-1872)", per cui mi guardai bene dall'intervenire.

Antonio Montanari

LETTERA PRECEDENTE
Fuorisacco, 10.07.2015.  Elezioni comunali 2016: patti chiari prima delle urne.

Lettera inviata al "Corriere di Rimini". E pubblicata il 14 luglio.
L'opinione dell'ing. Luciano Gorini (figura ben nota a Rimini per la sua onestà intellettuale), qui espressa il 9 luglio ("scegliere prima" il candidato sindaco per l'opposizione, e poi "offrirgli la collaborazione"), mira a rendere più semplici e trasparenti le operazioni politiche in vista delle prossime elezioni comunali.
Rimini, di questa trasparenza e semplificazione, ha urgente bisogno. Ho la massima stima dello studioso a cui è stata affidata la cura dell'Assessorato alla Cultura di Rimini. Ma è di Cesena. Nessun "indigeno" era all'altezza del compito? Mai si sarebbe verificato che, da Cesena, chiamassero un riminese. Qui le cose sono andate così. È lecito, senza subirne conseguenze personali, chiedere ai politici del governo municipale perché ciò è accaduto?
Quella trasparenza che ci si aspetta dall'opposizione, dovrebbe regnare tra chi regge le sorti di Rimini, come sembrano chiedere (10 luglio) due altri lettori: Adelchi Bonatelli (che ci ha offerto le sue splendide immagini pittoriche della città), e Sara A. che giustamente parla di "abominevole stortura e manipolazione della realtà", a proposito della prossima chiusura al traffico del Ponte di Tiberio.
Mi raccontano che i progetti dell'attuale amministrazione hanno ricevuto pubblici elogi politici da persone chiaramente lontane dal "partito del Sindaco". Questo fatto può significare tutto o nulla. Ma indica che ci si sofferma su questioni puramente nominalistiche, ovvero le idee sono soltanto parole e non corrispondono a fatti reali. Il che, politicamente parlando, vuol anche dire: ognuno si faccia i fatti suoi, pensi a se stesso, chissenefrega di quanti hanno bisogno o soffrono. La vicenda del garante dei detenuti viene a proposito a confermare una situazione generale che rischia di peggiorare ogni giorno di più.

Antonio Montanari
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