Fuorisacco, 03.08.2016.  Scontro di civiltà, 2001.
Un mio Tama su Berlusconi

Quando a parlare di «scontro di civiltà» era l’Italia. Era il 2001, come dimostra questo mio Tama di quell’ottobre.

Tam Tama 798. I nostri modelli
Git Ander, cane pastore tedesco che aveva partecipato alle operazioni di soccorso al Word Trade Center di Nuova York, è stato scambiato dalla polizia per un randagio, ed ucciso con 11 colpi mentre il suo padrone aveva fermato una persona sospetta.
È sempre più facile sbagliare che fare la cosa giusta. Come avevo ipotizzato due settimane fa, siamo precipitati in un clima da caccia alle streghe. Il parlamentare (e giornalista) Paolo Guzzanti definisce il pacifismo come «talebano, catto-fascio-comunista, acre, aggressivo, ignorante». Angelo Panebianco (Corriere della Sera, 26.9) scrive che nei giorni di Genova «tante brave e miti persone» parlavano del G8 «più o meno negli stessi termini in cui ne parla Bin Ladèn». Lo stesso giorno da Berlino, Silvio Berlusconi ripete: c'è una «singolare coincidenza tra islamici e antiglobal». Ed aggiunge che la nostra civiltà è superiore alle altre per «principi e valori che hanno portato a un largo benessere».
Lo storico Franco Cardini, pur stando dalla stessa parte politica, esprime «una certa perplessità»: la colpa è «dei mediocri consiglieri» culturali del Cavaliere. Massimo D'Alema, a cui Berlusconi deve parecchio, più che a Bossi, parla di una «gaffe planetaria». La Lega Araba, invece, di inaccettabile razzismo. Tre settimane fa due grandi giornali degli Usa avevano scritto che «Berlusconi preoccupa l’Europa» in quanto premier, industriale e controllore di mass-media. Adesso preoccupa quasi tutta la stampa occidentale. Per Le Monde l’Italia sta rilanciando la pericolosa idea d’uno «scontro di civiltà».
Berlusconi torna sull’argomento in Senato. Scrive il Corriere della Sera (29.9) che egli «non ha chiesto scusa». Lo stesso sostiene anche La Stampa a pagina tre, mentre in prima lancia un granitico: «Berlusconi si scusa: frainteso sull’Islam». Berlusconi non smentisce nulla, si dispiace che «qualche parola» del suo discorso sia stata male interpretata dai suoi amici arabi e musulmani, accusa «qualche politicante ipocrita e anche qualche stolto» di aver inventato il caso, e ribadisce: ci sono (pochi) giovani che tendono «a ragionare con gli stessi schemi dei nemici dei nostri modelli». Ma tra questi «modelli» non c’era finora anche il diritto di dissentire dalle opinioni prevalenti?
Secondo Berlusconi, tocca a noi occidentali «continuare a conquistare popoli», culturalmente, traghettandoli sulle sponde della democrazia. Non venite però da clandestini.
Antonio Montanari [il Ponte n. 35, 7.10.2001, Tam-Tama 798]
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Tama, archivio 2000-2006.

Antonio Montanari
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