Fuorisacco, 29.01.2017.  In ricordo di Renzo Canestrari

Anni Sessanta, al Magistero di Bologna.

Gli annunci pubblicati stamani su "Repubblica" in edizione nazionale, mi avevano avvertito della scomparsa del prof. Renzo Canestrari. La prima notizia web è dell'Ansa, pochi minuti fa (15:38), nella pagina bolognese sul web.
Nella mia personale memoria di studente del Magistero bolognese degli anni Sessanta, è sempre rimasta impressa la sua grande figura.
Parlando di Ezio Raimondi, citavo nelle pagine de "il Rimino" Renzo Canestrari e gli altri importanti maestri del Magistero di quel tempo, come Luciano Anceschi, Achille Ardigò, Giovanni Maria Bertin, Gina Fasoli, Enzo Melandri e Paolo Rossi.
Personalmente, debbo a Canestrari l'apertura mentale che portava ad unire allo studio filosofico anche quello della sua materia, la Psicologia, che usciva dall'altissimo cielo della Facoltà di Medicina, per affiancarsi a noi poveri Maestri elementari alla ricerca di qualcosa di nuovo e di importante, per uscire dalle secche di una tradizione che si riuniva attorno a poche parole ben fisse nelle menti di tutti, per portarci a discutere il nuovo di una cultura europea che in quel Magistero bolognese s'affacciava con le incertezze intellettuali del domani, sanate nella santità del dubbio, e con le vuote certezze di molti assistenti carogne che cercavano di intimidirci con tranelli e prepotenze.
Grazie prof. Canestrari di averci aperto le porte di una disciplina per la quale poi, anche finiti gli studi per l'esame suo, continuai ad avere interesse verso i libri che di quella disciplina trattavano.

Archivio Ezio Raimondi 2014.

Antonio Montanari
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