Rimini Medievale.
1. Una mappa italiana. Tra Toscana e Romagna.

Dalla Toscana i Canossa si trasferiscono in Emilia attorno al 940. Nel sec. XI oltre alla marca di Toscana essi governano anche su Ferrara ed altre città (Brescia, Mantova, Reggio e Modena).
Circa la Romagna Gina Fasoli scrisse che in essa «la Santa Sede non era mai stata in grado di governare direttamente e con efficacia le terre dell'antico Esarcato, dove si era invece andata affermando l'autorità degli arcivescovi di Ravenna».
Ottone III riconosce lo stato di fatto conferendo appunto agli arcivescovi «il possesso di quella specie di principato ecclesiastico che si estendeva da Imola a Ferrara, Comacchio, Rimini, il Montefeltro (999)».
Una «costante tendenza autonomistica e antipapale» caratterizza la Chiesa ravennate. Che «per realizzarla si era sempre costantemente appoggiata all'impero».
Questo particolare atteggiamento è importante proprio per segnalare un altro aspetto, legato alle attività temporali dei vescovi ed all'amministrazione dei patrimoni ecclesiastici che «avevano offerto a molte famiglie cittadine la possibilità di acquisire ricchezza e poteri».
Per Rimini va aggiunto che, pur facendo parte della Pentapoli, essa non ha rapporti di dipendenza ecclesiastica con Ravenna. I collegamenti avvengono soltanto attraverso i canali politici, in momenti che sono di intenso contrasto fra Chiesa ed Impero.

Nelle «Notizie storiche di Pesaro» di Camillo Marcolini (Nobili, Pesaro 1868, p. 45) leggiamo: «... giova sempre ricordare che la signoria pontificia mentre lo impero fu tenuto da mani sì vigorose come quelle de' principi di Sassonia, era quasi affatto dimenticata dalle nostre città marittime le quali invece che da' Papi, dipendevano volentieri da' Cesari di Germania».
Marcolini aggiunge: «Sembra poi che nel secolo XI cominciassero a salire in credito que' feudatari che furono chiamati Marchesi, e che divennero per gl'Imperatori veri governanti di provincie, aventi il possesso de' gran feudi soggetti unicamente alla sovranità imperiale».
Nel corso dell'XI secolo, va pure ricordato con Gina Fasoli, gli uomini di governo «procedevano empiricamente» non preoccupandosi di organizzare in modo unitario ed omogeneo i loro territori, e si contentavano di mettere loro uomini di fiducia nei posti di comando.
Tra la fine del sec. XI e gli inizi del XII nella Romagna si ha un moto centrifugo e antiravennate che porta alla formazione dei Comuni. Quel groviglio di poteri emergenti dalle situazioni locali è lo sfondo su cui agiscono ed interagiscono personaggi noti (ovvero documentati) e protagonisti finiti in un dimenticatoio che non assurge a certificazione della loro inesistenza, come succede per i Malatesti «tedeschi».

[Questo testo è una riduzione dal saggio "L'Europa dei Malatesti", dove esiste tutto l'apparato critico delle note, a cui rinviamo il lettore.]

Rimini Medievale. Indice.

Antonio Montanari

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